IL RACCONTO. CHI SEGUE IL CAMMINO DELLA VERITÀ NON INCIAMPA – Emilia Romagna SAP

IL RACCONTO. CHI SEGUE IL CAMMINO DELLA VERITÀ NON INCIAMPA

“Quando le tue gambe sono stanche, cammina con il cuore”. E’ con questa frase di Paulo Coelho che vogliamo iniziare il nostro racconto, perché la strada percorsa è stata...

“Quando le tue gambe sono stanche, cammina con il cuore”.

E’ con questa frase di Paulo Coelho che vogliamo iniziare il nostro racconto, perché la strada percorsa è stata tantissima tra chi le fatiche di questo cammino le ha sentite sulle proprie gambe e chi, invece, ha camminato davvero con il cuore, permettendo per il terzo anno di seguito, la riuscita di un evento straordinario.

Il Memorial Day che il Sap organizza dal 1993, anno successivo alle stragi di Capaci e Via D’Amelio, può essere tranquillamente definito un viaggio, sia nel senso letterale del termine che in senso figurato. Un viaggio alla riscoperta dei valori della memoria attraverso quelle che sono le testimonianze di chi è rimasto. Perché chi resta ha il compito più difficile: è impossibile colmare un vuoto, ma è possibile incarnare quella testimonianza di sacrificio e amore per il proprio paese, divenendo il simbolo della memoria, della legalità. E questo è quello che hanno fatto le signore Marisa Grasso e Sonia Iacovone rispettivamente moglie dell’Ispettore Filippo Raciti e sorella dell’assistente Giuseppe Iacovone, morti entrambi in servizio.

Lo hanno fatto con quella dignità che niente e nessuno riuscirà a portare loro via; indelebile, così come il ricordo del sacrificio dei loro congiunti.

Un sacrificio enorme quello di tantissimi che hanno pagato con la vita, il sogno di un Paese migliore. Dimenticare significherebbe vanificare questo sacrificio, ecco perché chi resta, ha il compito più difficile: oltre a sopportare l’assenza, deve mantenere vivo il ricordo. Il Sap ha deciso di non lasciare sole queste sentinelle della memoria. Ecco perché il Memorial Day, ecco perché il Cammino della Memoria, della Verità e della Giustizia.

Quest’anno tutto ha avuto inizio già nel mese di aprile, con i primi eventi organizzati dalla Segreteria Provinciale di Lecce. In particolare, il 7 aprile si è tenuto ad Aradeo (Le), alla presenza di Gianni Tonelli e del Segretario Nazionale Francesco Pulli un convegno sulla figura di Aldo Moro, in occasione del quarantennale della strage di Via Fani, in cui rimasero uccisi gli agenti di scorta, per mano delle Brigate Rosse. Il 25 aprile invece, sempre in provincia di Lecce, è stata ricordata Renata Fonte, assessore alla cultura del comune di Nardò, assassinata il 31 marzo 1984 a soli 33 anni, in quanto “colpevole” di aver difeso il parco naturale di Porto Selvaggio contro la lottizzazione e la speculazione edilizia. Renata Fonte aveva scoperto illeciti ambientali e i primi metodi mafiosi che si stavano diffondendo nel Salento.

Dopo questi primi due eventi che hanno fatto da cappello, il 6 maggio da Piazza San Pietro, dopo la Santa Messa e la benedizione del cero votivo e, dopo l’Angelus di Papa Francesco, è partito il Cammino della Memoria. Dodici tappe che hanno visto giorno per giorno, i pellegrini immersi nel silenzio e nella bellezza della natura, in un percorso di riflessione sui valori della memoria. Perché il cammino è questo, ci si spoglia di tutto: degli anni, impegni, ruoli, appartenenze, lavoro. Si lascia tutto a casa e si diventa meravigliosamente uguali, perché il percorso è comune, la meta è la stessa e ci si incammina, lungo la via micaelica, sulle orme dell’Arcangelo Michele, nei sentieri di memoria, verità e giustizia.

Ed è con questo spirito che i pellegrini si sono diretti alla volta di Albano Laziale e il giorno seguente, verso Artena, dove alla gente incuriosita da questi camminatori, si raccontava il senso di questo percorso e, dove, nel pomeriggio presso una sala messa a disposizione dall’Amministrazione comunale, si è tenuto un incontro, con il Segretario Generale Aggiunto, On. Gianni Tonelli, per riflettere sui valori della memoria e sulla figura di Giovanni Palatucci. E più di un volto stupito, misto ad ammirazione, è stato il più bel riconoscimento ai piedi distrutti da così tanta strada percorsa.

Giovanni, Roberto, Giampiero, Gianni, Barbara, Andrea, Antonio e Wally hanno percorso le prime tre tappe, tra l’incertezza del sole e qualche goccia di pioggia lungo il cammino. E mentre i camminatori si facevano portatori del ricordo lungo le varie tappe, nessuno li ha mai lasciati soli. Da altre parti d’Italia, in contemporanea, a dar man forte alle sentinelle della verità, c’erano le staffette della memoria. A bordo delle loro biciclette hanno percorso chilometri e chilometri per piantare nelle comunità visitate il seme di verità e giustizia. Tutte queste sono state anche occasione per incontrare le famiglie delle vittime del dovere e portare loro un saluto affettuoso e la vicinanza.

C’è da dire che la testimonianza del nostro Cammino della Memoria, della Verità e della Giustizia ha avuto un posto speciale nell’ambito della presentazione della giornata nazionale dei Cammini francigeni, giunta alla 10^ edizione, tenutasi l’8 maggio.

Nella sede dell’associazione Civita, la Rete dei Cammini, network di ben 28 associazioni, ha presentato l’iniziativa che vede concentrati dal 6 maggio al 6 giugno una lunga serie di eventi all’insegna della cultura, storia e fede lungo le vie storiche e i percorsi dei Cammini d’Italia.

La Segreteria Generale, rappresentata nell’occasione dal Segretario Nazionale Michele Dressadore, ha illustrato la manifestazione, spiegando il significato del Memorial Day, del Cammino e delle varie staffette.

La prima staffetta è partita in data 11 maggio dalla Sicilia e vi hanno preso parte il Segretario Generale Stefano Paoloni e il Segretario Nazionale Rosario Indelicato. Sono partiti da via D’Amelio, luogo della strage in cui sono rimasti uccisi il Giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scortaCapaci per ricordare il Giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scortaCinisi per ricordare Peppino Impastato ed incontrare il fratello Giovanni, altra sentinella della memoria. A conclusione della cerimonia organizzata dalla Segreteria Provinciale di Palermo, una Santa Messa presso la caserma “Lungaro”.

Nella stessa giornata a Roccasecca (FR), il percorso dei nostri camminatori giunto alla sesta tappa, si è incrociato con quello degli alunni dell’Istituto Omnicomprensivo locale. Quale miglior punto d’incontro se non quello di memoria, verità e giustizia?

Il giorno seguente, 12 maggio, a Caltanissetta, sono state commemorate in Questura, tutte le vittime del dovere, mentre i camminatori fanno a tappa a Cassino per il convegno “Verità e Media”.

Un convegno toccante e interessante al quale, oltre all’on. Gianni Tonelli, ha preso parte l’avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana barbaramente uccisa a Macerata. Il Sap, in quel contesto, si è fatto amplificatore di una disperata richiesta di verità da parte di questa famiglia, che chiede giustizia per questa ragazzina strappata ai suoi affetti troppo presto.

Lunedì 14 maggio sono partite le staffette della memoria da Lecce e Udine.

Udine sono stati ricordati Guido ZanierPaolo Cragnolino e Adriano Ruttar, tre poliziotti uccisi nella tristemente nota ‘Strage di Natale’, mentre altre commemorazioni si sono tenute nella città di Trieste alla presenza del Segretario Nazionale Michele Dressadore. A Villorba (TV), è stato reso omaggio alla memoria di Adriano Vanzella e Marco Giovanni Cescato, mentre a Treviso il ricordo era per Massimo PaccagnanFabio SoligoAndrea Murer e Luca Scapinello.

La staffetta leccese invece, dopo commemorazioni in questura Brindisi e a Mesagne, arriva a Taranto dove il 15 maggio, presso la Caserma Doria, sede del XV Reparto Mobile, si tiene una cerimonia commemorativa alla presenza di autorità civili e religiose, mentre il 16 maggio a Triggiano, si ricorda Rocco Dicillo.

friulani nel frattempo, proseguono il loro percorso arrivando in Emilia Romagna, dove commemorano a Ferrara, Ravenna, Altedo e Montefiore Conca, i colleghi (tra cui Sandro Bellotti, Samuele Donandoni, Fardella e Filippo Raciti) che hanno perso la vita in servizio, alla presenza di una platea commossa.

Isernia invece, i camminatori insieme a Gianni Tonelli, continuano a diffondere i valori della memoria.

Il 17 maggio, partono le ultime due staffette dalla Calabria e dall’Abruzzo.

I calabresi partono da Piale di Villa San Giovanni (RC) dove viene ricordato il giudice Antonio Scopelliti alla presenza della figlia Rosanna; a Vibo Valentia invece viene ricordato l’agente Montinaro, capo scorta del Giudice Giovanni Falcone. Il giorno seguente, 18 maggio, a Lamezia Terme e Crotone, vengono ricordati rispettivamente il Vice Sovrintendente Pietro Caligiuri e tutte le vittime del dovere.

Piale di Villa San Giovanni

Vibo Valentia

Villa San Giovanni

Per quanto riguarda l’Abruzzo invece, la partenza della staffetta è preceduta da un convegno organizzato dal Segretario Nazionale Sabatino Romano, al quale hanno preso parte l’on Gianni Tonelli, il Senatore Pietro Grasso, Il Segretario Provinciale Sap Pieremidio Bianchi, il questore di L’Aquila Antonio Maiorano, il direttore centrale DAC Vittorio Rizzi e la signora Marisa Grasso, moglie di Filippo Raciti«Educare alla legalità ricordando il sacrificio di chi non c’è più», il monito della signora Grasso che ha toccato cuori e coscienze.

Contestualmente, nelle Marche a Porto Recanati, si ricordano le vittime di mafia Montana e Cassarà e il Generale Niglio. A Porto San Giorgio invece, si ricordano i caduti di Nassiriya.

Nelle stesse giornate del 17 e 18 maggio a Catania, è stata dedicata una targa a Giovanni Lizzio ed è stato ricordato l’Ispettore Filippo Raciti. Il 29 maggio partirà la staffetta da Aosta e giungerà in Questura a Torino.

18 maggio. I nostri camminatori arrivano a destinazione, Monte Sant’Angelo. E’ la cosiddetta giornata libera. Arrivano i camminatori, arrivano i ciclisti partiti da Lecce, Udine, Sicilia, Calabria e Abruzzo. Arrivano le varie rappresentanze regionali e provinciali del Sap, arriva lo staff della Segreteria Generale.

Un breve pomeriggio a sistemare tutto per l’indomani, con le palpitazioni a mille e l’emozione che non esitava a farsi sentire. Per qualcuno un luogo comune, per altri un luogo felice.

E’ l’alba del 19 maggio e siamo tutti pronti. Aspettiamo l’arrivo delle staffette e dei tedofori con la fiaccola della memoria. Arrivano e ci accingiamo ad assistere alla Santa Messa nel Santuario di San Michele Arcangelo, animata da un quintetto della Banda della Polizia di Stato. Lì il parroco spiega la forza dell’Arcangelo Michele sempre alla presenza di Dio, in quella grotta a lui sacra che lui stesso vigila e custodisce e nella quale possono essere perdonati tutti i peccati degli uomini.

Da lì usciamo tutti un po’ diversi, con un po’ più di pace nel cuore e ci dirigiamo verso l’Auditorium, dove si è tenuto il concerto della memoria, dopo una breve introduzione di Stefano Paoloni e Gianni Tonelli. Sul palco le testimonianze e la presenza di Marisa Grasso e Sonia Iacovone, a cui il sindaco di Monte Sant’Angelo ha donato una statua di San Michele Arcangelo. Successivamente, il momento artistico a cura del coro “Crescer…Cantando” dell’Istituto comprensivo di Monte Sant’Angelo e dell’ARTeM Gospel Choir direttamente da L’Aquila.

L’evento si conclude con i ringraziamenti del Segretario Generale a tutti coloro che hanno preso parte a questo cammino e a quanti hanno lavorato dietro le quinte.

E’ stato il cammino di tutti. E’ stato il cammino dei camminatori, delle facce stanche ma soddisfatte di Roberto, Andrea e Giovanni che lo hanno guidato dall’inizio alla fine; è stato il cammino dello staff tecnico che ha organizzato e realizzato il 100% del lavoro. E’ stato il cammino di Stefano Paoloni che ha toccato in bicicletta i luoghi del dolore; è stato il Cammino di Gianni Tonellii che lo ha ideato 3 anni fa e non si è risparmiato nonostante la mole di impegni sia da sindacalista che da Deputato della Repubblica. Perché come abbiamo scritto all’inizio, c’è chi ha camminato con le gambe e chi con il cuore.

E in un percorso come il nostro, di memoria, verità e giustizia, ci si spoglia di tutto e si è tutti uguali. Dall’inizio alla fine. Così ci si supporta, il più forte regge il debole, il più allenato diventa il bastone di quello più stanco. E così siamo sicuri che nessuno mai inciampi durante il percorso. Perché come diceva Ghandi, «Chi segue il cammino della verità non inciampa».

Non dimenticate il 24 maggio… vi aspettiamo all’Altare della Patria. Vi daremo a tal proposito maggiori dettagli!

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